8-10-2025
Autorizzazione vs Restrizione: permane l’incertezza
Si è svolto venerdì 3 ottobre 2025 a Milano il Convegno:
Restrizione all’uso del Cromo VI: quale futuro?
Organizzato da ASSOGALVANICA, AssICC e A.I.F.M. con il patrocinio del CETS e il supporto del Consorzio ECOMETAL.
Affluenza oltre le aspettative data la giornata di sciopero generale e le manifestazioni in corso a Milano presso la sede del convegno.
Dopo la brevissima introduzione di Matteo Chiri che ha presieduto il Convegno in rappresentanza di AssICC, e i saluti di rito ha preso la parola Massimo Burello, Presidente di ASSOGALVANICA.
Massimo Burello ha ripercorso l’intera vicenda della regolamentazione dell’uso del triossido di cromo nell’ambito del Regolamento REACH a partire dagli inizi del secolo fino alla data del Convegno. Ha ricordato attraverso quali passi la Commissione europea abbia imposto il regime di Autorizzazione nonostante l’opposizione dell’industria galvanica che da subito lo ha ritenuto uno strumento inappropriato, macchinoso e troppo oneroso per l’intero sistema, industria da una parte ed enti (Agenzia europea per le sostanze chimiche, Commissione europea e Comitato REACH) dall’altra.
Vito Meggiolaro, consulente di ASSOGALVANICA, ha fatto il punto sullo stato di avanzamento del processo di Autorizzazione evidenziandone i costi per l’industria galvanica e mettendo chiaramente in evidenza che il passaggio dal regime di Autorizzazione a quello di Restrizione rappresenterebbe una manifesta distorsione del mercato perché penalizzerebbe le imprese che hanno sostenuto costi notevoli per chiedere l’Autorizzazione a tutto vantaggio di quelle che nulla hanno fatto approfittando della incertezza normativa causata anche dalla Commissione europea.
Stefano Frattini dell’ECHA ha spiegato i contenuti della proposta di Restrizione e illustrato le modalità di risposta alla consultazione. Stefano Frattini si è soffermato sull’aspetto delle emissioni nell’ambiente e sul conseguente rischio per la popolazione che hanno giustificato, a suo dire, l’introduzione di limiti assoluti alle emissioni in aria e in acqua. Provvedimento questo che crea una palese disparità tra le imprese perché una grande galvanica che consuma centinaia di tonnellate di triossido di cromo e che mette in atto le migliori misure di gestione del rischio si troverà a non poter rispettare i limiti mentre una microimpresa che consuma poco triossido di cromo non avrà nessuno stimolo a ridurre le emissioni.
Marco Passeri, amministratore di START Engineering Srl, ha messo a confronto le implicazioni tecniche dei due regimi di Autorizzazione e Restrizione quanto a usi, gestione dei rischi, sostituzione, settori di mercato, consumi, monitoraggi, costi ed ha concluso che la Restrizione è più conveniente per le imprese. Anche Marco Passeri, come i relatori di ASSOGALVANICA, ha rimarcato che i costi sostenuti dalle imprese per l’Autorizzazione con il passaggio alla Restrizione si tradurranno in un grande svantaggio competitivo.
Marco Fabbri, funzionario della Commissione europea, ha presentato le varie fasi e relativa tempistica attraverso le quali potrebbe avvenire il passaggio dal regime di Autorizzazione e quello di Restrizione rimanendo tuttavia sempre nel vago e ribadendo più volte il ruolo subordinato della Commissione rispetto al Comitato REACH. Marco Fabbri ha chiuso il suo breve intervento ventilando una possibile piena attuazione del regime di Restrizione verso giugno 2029 (in pratica alla scadenza del mandato della presente Commissione).
Ha suscitato qualche perplessità in qualcuno la frase d’esordio dell’intervento di Marco Fabbri che ha detto testualmente: «Il regime di autorizzazione non è più ritenuto adeguato per regolamentare il rischio per la salute umana rappresentato dalle sostanze CrVI, principalmente a causa dell'elevato numero di applicazioni che generano un carico di lavoro ingestibile per le autorità».
Sembrerebbe quindi che la Commissione europea si sia accorta (dopo 15 anni dalla sua introduzione e milioni di euro spesi dall’industria) che il regime di Autorizzazione è insostenibile per gli enti coinvolti tanto da giustificare il passaggio ad altro regime. Una scelta che non può non suscitare delle domande.
Perché nel 2010 la Restrizione non era un regime adeguato a tutelare la salute dei lavoratori e della popolazione e dell’ambiente mentre oggi lo è?
Cosa è cambiato nella Restrizione e nell’Autorizzazione dal 2010 a oggi?
Se la Restrizione è adeguata oggi non lo era anche nel 2010?
E perché ignorando il parere degli operatori interessati si è pervicacemente perseguita la via dell’Autorizzazione?